19 gennaio 2010

Cuba perde la speranza in Obama


Cuba si trincera con un discorso da Guerra Fredda e le relazioni con gli Stati Uniti si logorano dopo che sono svanite le ultime speranze per l'arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca .
"Il nemico è attivo come sempre", ha dichiarato il presidente Raúl Castro, davanti al parlamento lo scorso 20 dicembre.
"Si mantengono intatti gli strumenti della politica di aggressione a Cuba ed il governo degli Stati Uniti non rinuncia a distruggere la Rivoluzione e generare un cambiamento del nostro regime economico e sociale", ha poi aggiunto.

Lo dimostra, secondo Castro, l'arresto due settimane prima a L'Avana di un appaltatore del governo statunitense, accusato di essere una spia per Cuba che distribuiva apparati di telecomunicazione a gruppi della "società civile", dissidenti, nell'isola.
La recente introduzione di Cuba da parte degli Stati Uniti nella lista nera di 14 paesi i cui cittadini saranno sottoposti a misure di sicurezza addizionali negli aeroporti nordamericani ha provocato una reazione che Washington considera "sproporzionata", secondo fonti statunitensi a L'Avana.
Cuba protesta formalmente davanti al massimo diplomatico degli Stati Uniti nel paese, Jonathan Farrar, dopo che il quotidiano Granma, organo del Partito comunista cubano (Pcc), accusò Washington di "scagliarsi" con paranoia antiterrorista contro l'isola.

Gli unici temi su cui si sono visti dei miglioramenti tra Stati Uniti e Cuba sono l'immigrazione e la posta diretta dopo i timidi passi in avanti dell'amministrazione Obama. (ANSA)


HASTA SIEMPRE

Nessun commento: